30/06/14

INDICE

Trasporti
               - Buick
               - Cadillac
               - benzina

Comunicazioni

Arti
                - dagherrotipia

Armi
Altro

ABECEDARIO

A come Ascensore

B come Buick

C come Cadillac

D come D.B.

E come Egiziani

F come Fotografia

G come Giardinetta

H come Holden

I come Il massacro della decima Avenue

J come Jane Gallagher

K

L come Lord Randall


N come New York

O come Orologio

P come Piano

Q come Quattrini

R come Radio

S come Sigarette

T come Telefono

U come Uomo

V come Vicks

W come Wheatherfield

X

Y

Z come Zambesi

La bicicletta

"Ho passato a New York tutta la mia vita e conosco Central Park come le mie tasche, perché da bambino ero sempre là a pattinare e a scorrazzare in bicicletta, ma quella notte sudai sette camicie a trovare quel lago."
Capitolo XX

Storia della bicicletta


Draisine, 1817


Velocipede, anni 1860

Il cinema

"Io la ragazza non ce l'avevo, così con quell'amico mio, Mal Brossard, che era uno della squadra di lotta, decidemmo di prendere un autobus fino ad Agerstown per andare a mangiarci un hamburger e magari a vederci un qualche schifo di film."
"...Ad ogni modo, ce ne andammo tutt'e due in camera per prepararci eccetera eccetera, e mentre mi mettevo le galosce e tutto quanto, gridai al vecchio Ackley se voleva venire al cinema."
Capitolo V

"Prendete la gente che si consuma gli stramaledetti occhi a forza di piangere per le cretinate balorde dei film, e nove volte su dieci in fondo in fondo sono degli schifosi bastardi. Senza scherzi."
Capitolo XVIII

"Quei maledetti film. Roba da rovinarvi. Senza scherzi."
Capitolo XIV

"E D.B. l'avrei fatto venire da me per un poco, se voleva un bel posticino tranquillo per scrivere, ma nella mia capanna non poteva scrivere film, solo racconti e libri. Avrei messo questa regola, che quando venivano a trovarmi nessuno poteva fare cose fasulle."
Capitolo XXV

Ecco un link ad un blog sulla storia del cinema: http://brevestoriadelcinema.org/index.html


fotogramma di Le voyage dans la Lune, 1902, Georges Méliès

Orologio

"Tutt'a un tratto guardai l'orologio nel guardaroba e mancavano venticinque minuti all'una. Cominciò a venirmi la paura che quella vecchia signora a scuola avesse detto all'altra signora di non dare il mio biglietto alla vecchia Phoebe."
Capitolo XXV.

Per una breve storia dell'orologio clicca qui.


Primo orologio di John Harrison, H1
Voglio anche citare il libro Longitudine, di Dava Sobel, che racconta dettagliatamente lo sviluppo degli orologi nel XVIII secolo. Le grandi innovazioni che si ebbero in quel periodo furono dettate dalla necessità di calcolare la longitudine (e quindi la propria posizione) in alto mare. La ricompensa offerta dal Parlamento inglese, per chi fosse riuscito a risolvere il problema della longitudine, fu vinta da John Harrison, che dedicò la vita a cercare di costruire orologi sempre più precisi e indifferenti a grandi variazioni di temperatura e umidità e scuotimenti che si verificano nelle navi.
 
I suoi orologi sono ora conservati nel museo di Greenwich, ancora funzionanti.
 


L'orologio che vinse il premio infine. H5

28/06/14

La radio

"-...Papà ha preso la macchina e tutto, così non dovevano preoccuparsi per i treni. Ci abbiamo messo la radio, adesso! Solo che mamma ha detto che nessuno può aprirla quando siamo in mezzo al traffico."
Capitolo XXI

"Quando tornai nella camera di D.B., la vecchia Phoebe aveva aperto la radio. Stavano facendo musica da ballo. Ma lei la teneva bassa per non farla sentire alla cameriera. Avreste dovuto vederla."
Capitolo XXIII

"- No. Adesso. Adesso è il momento migliore, - dissi.
- Lei sarà in bagno e papà aprirà la radio per il notiziario e compagnia bella. Adesso è il momento migliore -."
Capitolo XXIII

L'invenzione della radio è attribuita a Guglielmo Marconi.
Anche se, prima di Marconi, Julio Cervera e Nikola Tesla (indipendentemente) avevano già studiato i principi di funzionamento della radio.

Breve storia della radio.

wiki

27/06/14

Rivoltella

"Mi vidi che uscivo da quella maledetta stanza da bagno, vestito e tutto quanto, con la rivoltella in tasca, e un po' barcollante. Poi scendevo giù per le scale invece di prendere l'ascensore.
[...]
Appena il vecchio Maurice apriva la porta, mi vedeva con la rivoltella in pugno e cominciava a strillare, con quella voce acutissima da vigliacco, di risparmiarlo. Ma io lo impiombavo lo stesso. Sei pallottole piazzate in quel suo pancione peloso. poi buttavo la rivoltella nella tromba dell'ascensore - dopo aver cancellato le impronte digitali e tutto quanto. Poi tornavo arrancando in camera mia, telefonavo a Jane e la facevo venire a fasciarmi le budella."
Capitolo XIV

"Quando fui proprio ciucco, ricomincia quella stupida commedia della pallottola in pancia. Ero l'unico in quel bar con una pallottola in pancia. Continuavo a tenere la mano sotto la giacca, sulla pancia e compagnia bella, perché il sangue non mi gocciolasse dappertutto."
Capitolo XX

26/06/14

Dagherrotipia

Procedimento per la dagherrotipia:
  1. Una lastra di rame argentato per elettrolisi va ripulita perfettamente con abrasivo molto fine e acqua.
  2. Si espone la lastra a vapori di iodio fino a ricoprirla interamente di uno strato di ioduro d'argento di colore giallo aranciato.
  3. Si procede all'esposizione che, nei primi tempi, richiede una ventina di minuti con sole brillante.
  4. Si sviluppa l'immagine esponendola a vapori di mercurio a circa 60 gradi. Il merurio entra in lega con l'argento formando un'amalgama biancastro in corrispondenza delle luci.
  5. Si stabilizza l'immagine. Inizialmente si usava cloruro di sodio, successivamente tiosolfato di sodio.
Il dagherrotipo deve essere montato sotto vetro per evitare l'annerimento all'aria dell'argento, che renderebbe illeggibile l'immagine.

natura morta, dagherrotipo del 1837, Daguerre

La fotografia

"Stava guardando la fotografia di quella ragazza con la quale andavo sempre in giro a New York, Sally Hayes. Da quando avevo quella dannata fotografia, doveva averla presa in mano e guardata almeno cinquemila volte."
Capitolo III

La fotografia, e subito dopo il cinema, nascono nel positivismo che caratterizza il periodo compreso tra la metà del XIX secolo e la prima guerra mondiale. Questo periodo è contraddistinto da una crescita economica che provoca una trasformazione delle condizioni di tutti i ceti sociali.

La prima fotografia fu scattata nel 1826 da Joseph Nicéphore Niépce. Era una veduta da una finestra e fu ottenuta con un'esposizione di ben 8 ore.
Gli esperimenti di Niépce furono portati avanti dopo la sua morte da Daguerre. Questi iniziò ad utilizzare nel 1831 lo ioduro d'argento, che scoprì essere sensibile alla luce. Nacque così la dagherrotipia. (Clicca per il post al procedimento)

Eliografia, 1826, Niépce.

Degno di nota è anche Felix Nadar. Egli, nel 1858, fu il primo a fotografare da un'aerostato. Vedi Felix Nadar.

La fotografia fu presto utilizzata per documentare, come una sorta di reportage. Le prime foto documentaristiche raffiguranti scene di battaglia (es. guerra di Crimea). Vedi Roger Fenton.

Il primo a catturare foto di figure in movimento fu Eadweard Muybridge, utilizzando una batteria di apparecchi fotografici. Per rappresentare il movimento inventò una tecnica che è da considerarsi il precursore del cinema.


25/06/14

La bomba atomica

"Per Il grande Gatsby ci vado matto. Il vecchio Gatsby. Quella vecchia sagoma. Mi lasciava secco. Ad ogni modo, sono quasi contento che abbiano inventato la bomba atomica. Se c'è un'altra guerra, vado a sedermici sopra, accidenti. E ci vado volontario, lo giuro su Dio.

Capitolo XVIII.

Scena da Il Dottor Stranamore, film di Kubrick del 1964; tratto dal romanzo Red Alert di Peter George del 1958

19/06/14

Il piano

"Un tempo c'erano quelle due bambole francesi, Tina e Janine, che si presentavano a suonare il piano e a cantare almeno tre volte tutte le sere. Una suonava il piano - un autentico schifo - e l'altra cantava, e per lo più erano canzoni alquanto sconce o in francese..."

Capitolo XIX

Il microfono

"...Quella che cantava, la vecchia Janine, prima di cominciare bisbigliava sempre qualcosa in quel dannato microfono."

Capitolo XIX.

14/06/14

L'ascensore

"Capita che uno si stanca di andare in tassì, proprio come ci si stanca di andare in ascensore. Tutt'a un tratto devi camminare, poco importa fin dove o fino a che altezza. Quand'ero bambino facevo spessissimo le scale fin su a casa. Dodici piani."
Cap.  XIII

"Quando arrivai a casa, mi toccò il più gran colpo di fortuna che avessi avuto da anni: all'ascensore non c'era Pete, il solito lift del turno di notte.
[...] Poi mi tolsi il berretto da cacciatore per non avere l'aria sospetta né niente, ed entrai nell'ascensore come se avessi una gran premura."
Cap. XXI

Vitruvio ritiene che già Archimede abbia costruito degli ascensori. Vedi la vite di Archimede: trasporta verso l'alto del materiale.

I primi ascensori in Europa compaiono intorno al XVIII secolo; mentre i primi alimentati da un motore a vapore risalgono al XIX secolo. Solo a fine 1800 sarà costruito il primo ascensore elettrico, in Germania.

In ogni caso la prima applicazione pratica fu a New York, nel 1857. 13 anni dopo fu costruito il primo ascensore per il trasporto di persone in Italia, dalla ditta Stigler.

Targa su ascensore Stigler a Torino

11/06/14

Benzina

"Pensai che potevo trovar lavoro in qualche stazione di rifornimento a mettere benzina e olio nelle macchine. Ma non m'importava che genere di lavoro. Fintanto che loro non mi conoscevano e io non conoscevo loro."

Capitolo XXV.

10/06/14

Automobile

Diversi sono i riferimenti all'automobile nel romanzo.

"Mentre lui si preparava, andai ad aprire la finestra e feci una aplla di neve, così senza guanti com'ero. La neve era ottima da appallottolare. Però poi non la buttai. Stavo per buttarla. Contro una macchina ferma dall'altra parte della strada. Ma cambiai idea. La macchina era così bella e bianca."
Capitolo V.

Taxi di New York degli anni '50

"Tornai fino all'albergo a piedi. Quarantuno magnifici isolati. non è che avessi voglia di camminare né niente di simile. E' piuttosto che non avevo nessuna voglia di ricominciare tutti quei saliscendi dai tassì. Capita che uno si stanca di andare in tassì, proprio come si stanca di andare in ascensore."
Capitolo XIII.


"Ho dormito nel garage, la notte che è morto, e ho spaccato col pugno tutte quelle dannate finestre, così, tanto per farlo. Ho tentato anche di spaccare tutti i finestrini della giardinetta che avevamo quell'estate, ma a quel punto mi ero già rotto la mano eccetera eccetera, e non ho potuto."
Capitolo V.

Nel testo sono citate anche la Cadillac e la Buick. (Click sui nomi per il collegamento ai rispettivi post)

Buick

Logo Buick
"Lui, con quella voce lagnosa da morire, non la finiva più di parlare di una ragazza con cui, a sentirlo, l'estate prima aveva avuto rapporti sessuali. Me l'aveva già raccontato un centinaio di volte. E ogni volta la storia cambiava. Un momento l'aveva sbattuta nella Buick di suo cugino, il momento dopo l'aveva sbattuta sotto una rotonda balneare. Erano tutte balle, naturalmente."
Capitolo V.


La Buick Motor Company è una casa automobilistica america che ora fa parte della General Motors.
Fu fondata a Flint nel 1903.
La Buick produce auto di lusso, ed è seconda solo alla Cadillac.


Nel 1948 produsse la prima auto con cambio automatico e convertitore di coppia.


Pubblicità di una Buick nel settembre 1945


Cadillac

Logo Cadillac

"Avreste dovuto vederlo, il vecchio Ossenburger. Quello è tipo da ficcarli in un sacco e buttarli a fiume. Ad ogni modo ha dato a Pencey un mucchio di soldi, e loro hanno chiamato la nostra ala col suo nome. Alla prima partita di rugby dell'annata se ne venne all'istituto con quell'accidente di Cadillac enorme, e noi dovremmo starcene tutti in piedi nella tribuna a fare il treno - ad acclamarlo, cioè."
Capitolo III.


Cadillac del 1948
La Cadillac è un marchio di auto di lusso appartenente alla General Motors. Il suo mercato è principalmente interno agli Stati Uniti.
Fu fondato a Detroit nel 1902 ed è importante nella storia dell'automobile perchè introdusse alcune innovazioni (ex. illuminazione elettrica e motore monocilindrico da 10 cv nel primo Model A).
Essa vinse anche un premio per aver introdotto la standardizzazione dei pezzi, i quali venivano quindi prodotti in serie ed erano intercambiabili.

06/06/14

La macchina da scrivere

"Del resto, mi andò abbastanza a genio di scivere quella storia. Mi ci volle un'oretta, perchè dovetti usare quella schifa macchina da scrivere di Stradlater che continuava a piantar grane."
Capitolo V.
Cembalo scrivano di Giuseppe Ravizza

I primi tipi di macchina da scrivere funzionanti risalgono ai primi anni del 1800, ma fini al metà dello stesso secolo questi prototipi non ebbero successo commerciale.
L'invenzione della macchina da scrivere fu aiutata dalla volontà di permettere di scrivere anche ai ciechi. Il cembalo scrivano fu realizzato da Giuseppe Ravizza proprio per questo motivo.

Intorno al 1910 i diversi tipi di macchine da scrivere si standardizzano.
Il funzionamento a grandi linee è questo: ogni tasto è collegato ad un martelletto su cui è impresso il negativo la forma della lettera. Premendo il tasto si aziona il martelletto che batte contro un nastro inchiostrato portandolo a contatto con la carta, lasciando così il segno della lettera sul foglio. La disposizione dei tasti QWERTY è quella che incontra maggiore successo e diffusione.
 
Macchina da scrivere Remington standard degli anni '40-'50

"Così andò a finire che scesi per svegliare Frederick Woodruff, quello che gli avevo prestato la macchina da scrivere. Gli domandai quando mi dava per tenersela. Era piuttosto ricco. Lui disse che non lo sapeva. Disse che non gli andava tanto di comprarla. Ma alla fine la comprò. Costava una novantina di dollari, e lui la comprò per venti appena. Era nero perché l'avevo svegliato."
Capitolo VII.

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